In occasione dell’appuntamento estivo delle Vacances de l’Esprit 2007 sui neuroni specchio, abbiamo intervistato Vittorio Gallese.
La prima domanda verte sulla relazione tra neuro- fenomenologia e le scienze umane tradizionali, in particolare la filosofia. Spesso gli scienziati “puri” tendono a ridurre o quantomeno trascurare l’apporto delle discipline umanistiche. Non è il caso di Vittorio Gallese.
Non si tratta neppure di una banale interdisciplinarietà a tutti i costi, ma dello sforzo di riconoscere alla filosofia, ad esempio, il merito di aver individuato le caratteristiche essenziali dell’intersoggettività con gli strumenti di indagine ad essa propri. Questo può aiutarci a capire meglio noi stessi e il mondo. “Quando si dice: io sono le mie sinapsi, che cosa ho capito di me? Secondo me molto poco!”, tiene a sottolineare Gallese.
Le altre domande hanno toccato il problema del riduzionismo mente-cervello, il modello della simulazione incarnata, il significato dell’atto della comprensione e il problema del sé inteso come consapevolezza di sé o autocoscienza.
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