Dal 14 al 21 luglio 2018 ad Anterselva di Mezzo (BZ)

 

La presente edizione delle Vacances de l’Esprit avrà inizio sabato 14 luglio alle 21 e prevede due incontri al giorno: dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 17.00 alle 19.00. Al mattino, dalle 7.30 alle 8.30, sarà offerta la possibilità di approfondire i temi del corso attraverso la pratica della meditazione. Durante il corso della settimana è prevista una mezza giornata libera che verrà decisa in base alle previsioni meteo, in modo da garantire la possibilità di fare escursioni lunghe. È possibile partecipare al corso usando la Carta del Docente e la 18app.

Iscrivendosi entro il 30 aprile è possibile usufruire di una quota di partecipazione agevolata ridotta del 10%.

Introduzione

La vera esistenza proviene dal vuoto e fa ritorno al vuoto.
Shunryu Suzuki

Gli oggetti fisici di cui tratta la scienza hanno una esistenza intrinseca? Qual è la relazione fra soggettività e oggettività? Inoltre, cosa significa “mondo” per un animale e cosa per un uomo? Che cos’è davvero l’esperienza che chiamiamo “sofferenza”?

Queste ed altre domande saranno affrontate nel corso della settimana, in un percorso dialogico e coinvolgente fra scienza, filosofia e pratiche meditative. Una rigorosa ricerca dei punti di incontro fra la ricerca scientifica più attuale e le tradizioni millenarie dell’Oriente.

Spazio

con Paolo Pendenza

Lo spazio rappresenta l’ambito nel quale viviamo, ci muoviamo, ma la cui natura non è del tutto chiara. Esiste uno spazio assoluto o chiamiamo spazio un tipo particolare di relazione fra gli oggetti? L’universo ha dei confini? E qual è la sua struttura geometrica? E ancora: qual è l’origine dell’inerzia? Da Aristotele a Newton, da Galileo ad Einstein e fino ad oggi, lo sguardo dell’uomo sullo spazio è cambiato e l’ha trasformato, da luogo ben ordinato e stabile, ad arena dinamica di eventi cosmici da esplorare e capire.

Tempo

con Paolo Pendenza

Con la Relatività einsteiniana il tempo è apparso, da dimensione autonoma, nel suo intrinseco intreccio con lo spazio e con la gravità. Sia il movimento, sia la massa modificano lo scorrere degli eventi e degli orologi. Cosa significa, allora, che la contemporaneità e il tempo sono relativi? Che ruolo ha la misura del tempo nella definizione del suo concetto? In che senso si può sostenere la non esistenza del tempo? Come il tempo della fisica può mettersi in relazione con il tempo fenomenologico, vissuto in prima persona?

Luce

con Paolo Pendenza

All’inizio del ventesimo secolo si è iniziato a capire che la luce interagisce con la materia non in modo continuo, ma quantistico. I quanti di luce sono i fotoni, ma non è chiaro quale sia la loro natura; essi, infatti, si comportano talvolta come particelle, talvolta come onde. Ma quando un fotone ha le caratteristiche di un’onda, e quando di una particella? Domande come queste mettono in seria discussione l’idea stessa di “oggetto fisico”. Attraverso gli straordinari risultati sperimentali ottenuti dalla fisica quantistica, indagheremo in che senso l’osservatore può influenzare il sistema osservato, rendendo labile il confine fra oggetto e soggetto.

Sistemi

con Roberto Ferrari

I sistemi biologici esibiscono una logica circolare, ridondante e interdipendente. Essa non è casuale, ma neppure si fa catturare da rapporti lineari di causa-effetto. Ogni sistema, a sua volta, è parte di una rete infinita di ulteriori sistemi, priva di nodi fissi e di priorità. Sarà la biologia a imporre alla scienza – che astrae sostanze duali e opposte – l’uscita dalla “bottiglia cartesiana”? Sarà la ricerca sul sistema immunitario, con le sue reti di molecole e cellule, con le problematiche di allergie e autoimmunità, a far cadere la distinzione Sé/nonSé? O saranno gli esperimenti sui sistemi complessi, come le colonie di Insetti Sociali, che ci mostreranno come l’opposizione tra mente e mondo non esiste?

Animali

con Roberto Ferrari

Quando dai sistemi passiamo all’animale vivente, si fa pressante la questione di come quest’ultimo esperisca la sua realtà. Gli animali ci sono sempre più vicini, ma con uno stile di vita interiore estremamente differente: pensano o sono fusi con le loro percezioni e azioni? Ricordano o hanno memorie viscerali? Pianificano o reagiscono a stimoli? Creano mondi o vivono in nuvole di sensazioni? Soprattutto, per una vera zoologia filosofica, è importante chiederci se l’animale è “semplicemente vivente”, oppure prova l’incertezza, l’inquietudine e lo spaesamento che spesso l’uomo, in una visione antropocentrica, riserva a sé solo.

Sofferenze

con Roberto Ferrari

L’esperienza della sofferenza è la meno apprezzata e la più vicina. Sempre disponibile, mai cancellabile. Negli ultimi anni la meditazione – in genere adattata a partire da tradizioni buddhiste ma senza implicazioni religiose – sta entrando in ospedali, hospice, carceri e altri luoghi di dolore. La scienza e la medicina basata sull’evidenza empirica l’hanno accolta perchè si è dimostrata capace di trasformare il rapporto con la sofferenza, coltivando un atteggiamento curioso, gentile e non-giudicante con se stessi. Forse è il modo in cui la scienza può accogliere una visione non riduzionista dell’uomo? La meditazione può aprire questi ambienti – in modo laico e non confessionale – alla dimensione interiore che una volta si chiamava “spiritualità”? E qual è la differenza tra questi percorsi di salute della mente e la “liberazione dalla sofferenza” di cui parla il Buddhismo?

Della certezza: laboratorio di meditazione e filosofia esperienziale

con Franco Bertossa

Perno di questi incontri sarà la domanda se sia possibile scoprire qualcosa di certo, assoluto e ultimo nella nostra esperienza interiore.

Le sessioni verteranno su un confronto dialogico in chiave maieutica e su sedute di pratica meditativa. La meditazione fungerà da laboratorio di verifica sperimentale in rapporto a quanto sollevato nei confronti dialogici.

1. Esiste una sede della coscienza nel corpo?

2. Il cervello produce pensiero o anche questa convinzione è insormontabilmente un pensiero? Per secoli il pensiero è stato inteso come attività originaria, non derivata. Oggi, al contrario, si è per lo più convinti che il pensiero sorga dal gioco complesso della materia. Quali esperienze meditative possono essere intraprese per chiarire questo dilemma?

3. Siamo capaci di libero arbitrio? È possibile verificarlo esperienzialmente?

4. Ha il nostro sentire emozionale (meraviglia, curiosità, interesse, angoscia, paura, ecc.) valenza di linguaggio filosofico?

5. Qual è la matrice più profonda della sofferenza morale?

6. La morte. Definitivo spegnimento della possibilità di “apertura-su- un-mondo” che ora siamo e che ora stiamo vivendo? Può la meditazione liberare scintille illuminanti a riguardo?

I docenti

Paolo Pendenza si è laureato in fisica presso l’Università “La Sapienza” di Roma con una specializzazione in astrofisica teorica, ha insegnato matematica e fisica per 18 anni in vari licei del Trentino ed attualmente è Dirigente scolastico nell’Istituto di Istruzione superiore “A. Degasperi” di Borgo Valsugana (TN). I suoi interessi professionali lo hanno portato ad approfondire vari temi inerenti la didattica, la comunicazione scientifica e la filosofia della scienza, anche grazie a collaborazioni con l’Università di Trento e di Bologna.

Ha tenuto numerosi corsi di divulgazione scientifica e conferenze sulla fisica moderna ponendo un’attenzione particolare agli aspetti concettuali ed epistemologici delle questioni affrontate, ed è stato promotore del ciclo di seminari sulla filosofia della scienza presso ASIA.

Roberto Ferrari, laureato in biologia presso l’Università di Modena con successive specializzazioni in biochimica ed entomologia, per oltre 25 anni ha operato presso l’Università di Bologna con ricerche su biologia e comportamento degli Insetti Sociali sul campo e in laboratorio.

I suoi interessi si estendono all’epistemologia, alla biologia teoretica e alla etologia cognitiva basata sull’emergenza di menti collettive e sull’approccio enattivo di Francisco Varela. Con il Centro Studi ASIA diretto da Franco Bertossa ha condotto ricerche sulla filosofia della mente, gli studi sulla coscienza. Sempre per il Centro Studi ASIA è stato invitato più volte a condurre interventi e seminari in diverse università italiane e straniere, tra cui l’École Polytecnique e l’École Normale Supérieure di Parigi.

Franco Bertossa è nato in Istria nel 1954, pratica lo Yoga e le arti marziali dai primi anni ‘70. Nel 1979 partì per il primo di una serie di viaggi al Monte Athos, in Grecia, la penisola sacra della tradizione cristiano-ortodossa, abitata da monaci ed eremiti. Essendo di madrelingua croata, ebbe la possibilità di comunicare con vecchi anacoreti serbi, bulgari, russi e, in francese, con diversi romeni. Dal 1980 viaggia frequentemente per l’India visitando i luoghi e i personaggi della tradizione.

È stato tra gli allievi più stretti di Gérard Blitz, secondo il cui metodo tuttora insegna lo Yoga. Detiene il 7° Dan della scuola di Yuishinkai, conferitogli da un allievo diretto del fondatore dell’Aikido, Ueshiba Moihei. Nel 1994 fonda ASIA e dal ’95 organizza le Vacances de l’Esprit, seminari di divulgazione culturale di alto profilo. È coautore dell’articolo scientifico Point Zero: an experimental inquiry of the seat of consciousness, che comprova sue intuizioni sulla coscienza. Ricercatori di Yale hanno riconosciuto che il gruppo del Centro Studi Asia è stato il primo in assoluto a porsi la questione sulla localizzazione empirica della sede della coscienza.