Ueda Shizuteru è nato a Tokyo nel 1926, figlio di un sacerdote buddhista di scuola Shingon. Si è specializzato in filosofia e studi religiosi all’Università di Kyoto sotto la guida di Nishitani Keiji, laureandosi nel 1949. Per tre anni e mezzo, dal 1959 al 1963, ha studiato all’Università di Marburgo sotto la guida di Friedrich Heiler (1892-1967) e Ernst Benz (1907-1978). La sua tesi di dottorato, Die Gottesgeburt in der Seele und der Durchbruch zur Gottheit (La nascita di Dio nell’anima e l’irruzione nella deità), gli è valsa nel 1966 un premio della Società Giapponese di Studi Religiosi. Di ritorno dal soggiorno di studi all’estero, ha insegnato per un anno all’Università del Monte Kōya e ottenuto un incarico di assistente di Lingua e letteratura tedesca all’Università di Kyoto. Tre anni dopo, nel 1967, si è trasferito al dipartimento di Pedagogia, dove ha insegnato per dieci anni Antropologia Filosofica ed è stato nominato professore ordinario nel 1972. Nel 1976 ha presentato un suo lavoro, “Studi sulla mistica orientale e occidentale”, grazie al quale ha ottenuto il dottorato presso l’Università di Kyoto. L’anno seguente si trasferisce al dipartimento di Studi umanistici e assume la cattedra di Filosofia della religione, che ha tenuto fino al suo ritiro nel 1989, quando è stato nominato professore emerito. Per diversi anni iha insegnato come professore aggiunto presso l’Università buddhista “Hanazono” (Zen Rinzai) e l’Università buddhista “Ōtani” (Vera Terra Pura), entrambe a Kyoto. È stato presidente della Società Giapponese di Studi Religiosi (1990-1993) e della Società Giapponese di Studi Cristiano-Buddhisti (1999-2002), e attualmente è presidente della Conferenza sulla Religione nella Società Moderna (dal 2002) e della Società per la Filosofia di Nishida (dal 2003). Oltre ad essere stato nominato membro della prestigiosa Accademia di Giappone dal 1993, ha ricevuto il premio alla cultura dalla Società per la Promozione del Buddhismo in Giappone.
I temi di fondo della filosofia di Ueda sono relativi all’opera di Eckart, di Nishida e allo Zen che ha cercato di integrare nel suo cammino intellettuale, articolandoli su due piani distinti ma sovrapposti: la natura dell’esperienza religiosa e la speculazione filosofica da una parte, la tradizione spirituale dell’Asia orientale e la storia del pensiero occidentale dall’altra.
“Se dovessi dire qual è la mia idea fondamentale” -dice Ueda- “direi che consiste nel considerare la consapevolezza del soggetto umano in quanto «io sono io senza essere io» (o, nei termini di Nishida, «la consapevolezza dell’io-e-tu») e, quanto al mondo in cui questo soggetto è situato, nel riconoscere una duplicità del mondo che normalmente resta inavvertita e che implica un infinito Aperto nel bel mezzo del mondo quotidiano.” (cfr. Zen y Filosofia, Herder, 2004)
James Heisig, tra i più eminenti studiosi della Scuola di Kyoto, dice di lui: “…la sua combinazione di filosofia e religione è un tentativo di penetrare le cose più ordinarie e quotidiane del vivere fino al loro “terreno di base”, e di scrutare al di sotto di quel fondamento verso l’“infinito Aperto” che si rivela.”