Samir Okasha, del quale è tradotto in Italiano il “Primo libro di Filosofia della Scienza” (Einaudi, 2006), ci introduce al fenomeno della cooperazione e dell’altruismo, così come si manifesta tra geni, cellule, animali, piante.
Come viene ridotta la tensione tra l’interesse egoistico del singolo e l’interesse collettivo del gruppo dei suoi simili?
Un modo sembra essere quello di rinforzare l’uniformità (genetica, riproduttiva, culturale) interna del gruppo, in modo da eliminare i “battitori liberi” e i comportamenti egoistici. Possiamo allora chiederci: la selezione naturale lavorerà a livello del singolo o del gruppo?
Un’altra domanda importante che abbiamo voluto porre a Samir Okasha: l’evoluzione di questi comportamenti altruistici è un processo casuale? Oppure risponde a qualche tipo di ordine?
Okasha osserva, utilizzando un argomento derivato dal campo della Filosofia Morale, che gli individui (siano essi geni o esseri umani) meno conoscono quale sia il loro diretto vantaggio – ovvero sono sotto il “velo d’ignoranza” di Rawls e Harsanyi – più si comportano in modo altruista e giusto. Infatti il vantaggio collettivo è anche il loro vantaggio. In pratica, avere poche informazioni innesca processi altruistici casuali, ma utili a tutto il gruppo.
Ma tale meccanismo utilitarista è sufficiente a spiegare come emerga l’altruismo in natura? E come si è evoluto, quest’ultimo, fino all’idea di giustizia negli esseri umani?
Intervista e traduzione: Roberto Ferrari
Riprese e montaggio: Iacopo Colonna
Sottotitoli: Marzia Tagliavini