Abbiamo posto a Okasha e Pievani la questione su quale sia il perno intorno a cui ruota la narrazione della biologia evolutiva. Riguardo a questo perno, o principio, abbiamo posto due ipotesi:
1) Possiamo pensare che esso sia di tipo esperienziale, un a priori assoluto, un atto in prima persona di interrogarsi sulla vita e sull’evoluzione?
2) Oppure dobbiamo intenderlo come un a priori teorico, un principio evolutivo unico che spieghi tutti i fenomeni viventi?
In generale, ci interessava anche capire se un a priori possa trovare posto negli studi scientifici sulla vita.
Samir Okasha si è focalizzato soprattutto sulla ipotesi (2): secondo il filosofo di Bristol, i tentativi di ridurre le dinamiche evolutive a manifestazioni di pochi semplici principi – che possiamo chiamare a priori – non devono farci dimenticare che la natura della biologia evolutiva è di essere una scienza eminentemente empirica.
Telmo Pievani ha invece affrontato direttamente l’ipotesi (1). Ha invitato a considerare, con il neuro-etologo Giorgio Vallortigara, che l’a priori esperienziale sia in realtà un a posteriori filogenetico. Offrendo interessanti considerazioni sulla “narrazione” della biologia evolutiva, ha discusso gli argomenti pro e contro l’intendimento di a priori cognitivo e di a posteriori evolutivo.
L’a priori, o trascendentale, è un tema di ricerca importante per il Centro Studi Asia. Si tratta della condizione di possibilità del sapere. Secondo Kant questa condizione è un a priori, perché deve essere già presente quando ci accingiamo a conoscere.
Nelle parole di Franco Bertossa: “Se si volesse ridurre il trascendentale a biologia così come emersa nel corso dell’evoluzione, anche tale convinzione (tale pensiero) si svilupperebbe solo dalla nostra capacità di conoscere in base al trascendentale, il quale ‘deve essere già presente’ a priori per la possibilità stessa di avere conoscenza
Il mondo si costituisce insieme all’attività cognitiva. Ciò implica che non v’è mondo senza attività cognitiva. Naturalmente questo rende perplesso chi è cresciuto nella visione oggettivante, quella per cui il mondo esiste come realtà a prescindere dalla mente.”
Intervista e traduzione: Roberto Ferrari
Riprese e montaggio: Iacopo Colonna
Sottotitoli: Marzia Tagliavini