Il Maestro Tohei insegnava in base ai principii fondamentali “la mente muove il corpo” e “la mente inamovibile” (fudoshin).
I quattro principii pratici dello Shin Shin Toitsu Aikido, “Aikido con mente e corpo unificati”, la scuola da lui fondata, sono:
1. mantenere il punto
2. rilassarsi completamente
3. avvertire che il peso si raccoglie nella parte inferiore del corpo
4. inviare, estendere il Ki
Si insegnano al principiante stupito in una ventina di minuti.
Ma una vita non basta per approfondirli.
“La mente muove il corpo” è illuminate.
Quando si insegna ad un bambino a immaginare che il suo braccio sia come il manicotto dei pompieri e che da esso esce un fortissimo getto d’acqua capace perfino di rovesciare le persone, fintantoché lui continua ad immaginarlo, il suo braccio non si piega.
Certo, potreste spezzarglielo – ma non si piega.
(Attenzione a sciocchi esperimenti; so di adulti che hanno patito tendiniti per resistere ad oltranza. L’importante non è resistere, ma capire e sentire la differenza).
Il Maestro Tohei diceva: “Il corpo è l’aspetto esterno della mente; la mente l’aspetto interno del corpo”.
È necessario educare entrambi, ma senza arbitrii.
“Occorre scoprire e rispettare ciò che già esiste”, diceva l’altro grande maestro della mia vita, Gérard Blitz.
Il corpo è immerso nella gravità, in essa si è evoluto.
La gravità è una corrente che ci preme verso il centro della terra.
Se svenissimo, con ciò smettendo di “nuotare” nella gravità per risalire impercettibilmente ma costantemente la sua corrente, come trote in un torrente verticale, verremmo sbattuti al suolo da essa.
Un aspetto iniziale e dunque fondamentale della pratica è la capacità di stare in piedi, o seduti, in rapporto ottimale con la gravità.
Ossa e muscoli devono lasciarsi attraversare senza che vi siano zone male allineate.
Ciò richiede la capacità sottile del sentire.
E questo ci riporta alla mente.
Quando siamo ben allineati e sentiamo il giusto rapporto con la gravità, allora, dice il Maestro Tohei, nessun muscolo si fa sentire più degli altri e si cessa di sentire il peso del corpo.
In tale postura si è anche massimamente potenti.
Se la mente non balla disperdendosi, ma permane con continuità sui principii, ci si avvicina alla “mente inamovibile”.
Quelli della mia generazione hanno attraversato gli esami con i vari test dl Ki, oltre che dell’Aikido, del Maestro Tohei; hanno seguito una vera e propria scuola del Ki.
So per esperienza, dunque, quanto ciò sia prezioso.
Ho attraversato momenti davvero ardui grazie alla centratura così ricevuta.
L’applicazione marziale riveste solo uno degli aspetti della via della unificazione di mente e corpo.
Il lato oscuro dell’Aikido
Dico spesso ai miei allievi che l’Aikido nasconde un devastante “lato oscuro della forza”.
Praticando secondo il “lato oscuro”, un attaccante che non sia bene addestrato nelle arti marziali si ritroverebbe con il corpo spezzato in tre punti ancor prima di toccare terra. E l’impatto col pavimento offrirebbe l’occasione di infliggere altri due o tre sfondamenti, giusto per stare sicuri.
Non vi è nulla di più potente e devastante della gravità, sapendosene servire.
Ma non incentro mai su questo il mio insegnamento; solo talvolta lo mostro agli allievi più progrediti, maturi ed equilibrati – a quelli che so che non lo userebbero neppure in condizioni molto critiche.
Il compiacimento di usare una tecnica marziale va sempre bilanciato con la consapevolezza che fare male sul serio ad una persona è molto, ma molto facile.
Meglio prendere uno schiaffo e poi farla finita lì che reagire in maniera efficace marzialmente ma in modo che poi ci si trovi a pentirsene per tutta la vita.
Tornando a “la mente muove il corpo”, i principii ci insegnano come porre l’attenzione e la sensibilità nel corpo, ottenendone uno stato con “corpo e mente unificati”.
Questo può essere poi applicato in molti campi, quelli testimoniati dai vari “Dō”, dalle vie insegnate tradizionalmente in Giappone: estetica, musica, artigianato, salute, marzialità, sapienza…
Grazie alla pratica del Ki, io anche apprezzo il cinema giapponese e sovente faccio notare agli amici dettagli che sono l’essenza stessa del film, ma dei quali nessun occidentale saprebbe lontanamente accorgersi.
L’Occidente è Logos.
L’Estremo Oriente è Ki.
Entrambi abbiamo qualcosa da imparare ed insegnare.
Il Ki si impara col corpo.
Foto: Se la persona seduta appoggia il palmo sulla testa e pensa – con mente inamovibile – che la mano è incollata ad essa, anche se si prova a sollevarla con molta forza, la mano non si stacca.
Ma ciò SOLO fintantoché si pensa alla mano come incollata alla testa.
La mente muove il corpo.