I tre trimestri di gravidanza hanno caratteristiche molto diverse l’uno dall’altro. Il primo e il terzo trimestre sono periodi di grandi cambiamenti: il primo segna il passaggio dalla non gravidanza alla gravidanza, il terzo pone fine alla gestazione e conduce al parto e al dopo parto: molti cambiamenti e molte domande perché ogni mutamento d’inerzia fa domandare.
Il secondo trimestre invece, dove i cambiamenti sono minimi, sono poche anche le domande.
Quali sono dunque le domande del primo trimestre?
Sarò in grado? Cosa mi darà? Cosa mi toglierà? Ho fatto bene? Andrà tutto bene?
Da un lato c’è il fascino di una nuova vita in arrivo, dall’altro il senso di inadeguatezza, la paura del futuro che appare sempre più chiaramente imprevedibile.
La mente della donna si trova tra due fuochi: da un lato la gioia e dall’altro la paura per la grossa responsabilità; a questi due, spesso, se ne aggiunge un terzo che è il senso di colpa per non sentirsi solo felice, per i dubbi che emergono, ad affrontare i quali nessuno l’ha educata.
Oscilla da uno stato all’altro ed ecco la nausea; non si tratta però di un momento di confusione ma, al contrario, di una maggiore lucidità e sensibilità: sta percependo le varie voci che in lei parlano.
C’è poi la lucida consapevolezza del cambiamento irreversibile che sta accadendo; come al momento della pubertà la bimba diventa donna, ora la donna diventa madre e per sempre.
Si cercano certezze per il futuro dal medico, dagli esami, ma ci si rende presto conto della fragile rassicurazione che danno: tutto può mutare da un minuto all’altro, non c’è certezza, non c’è controllo. Allora?
E’ urgente trovare, in questa totale incertezza, una certezza; è urgente una pratica che educhi a stare con le proprie domande, chiarendole, ripulendole da ogni conclusione arbitraria, cercandone il significato profondo più che la risposta. E’ importante iniziare subito: ciò che proponiamo ad ASIA è praticabile dal primo giorno di gravidanza, non ci sono controindicazioni, ed è importante praticare molto, per questo diamo la possibilità di frequentare quattro volte la settimana.
Per la nostra cultura la gravidanza è solo un cambiamento del corpo, non ci si domanda perché popolazioni “primitive” l’abbiano considerata un’iniziazione e l’abbiano trattata con un senso di sacralità. E’ un contatto diretto col Mistero che siamo e con i sentimenti che lo evocano: l’irreversibilità, la mancanza di controllo, la domanda sul senso, l’inadeguatezza, il fascino e il timore. Questi non sono temi da ambulatorio di ginecologia né tanto meno da corso di ginnastica in acqua pre-parto, da stretching in gravidanza o da corso di respirazione.
Occorre intraprendere seriamente una via, nel senso orientale del termine, che insegni a vivere il Mistero che siamo col senso di fascino e di timore che inevitabilmente lo accompagnano, e con la consapevolezza che c’è qualcosa di più.