Il prof. Giorgio Renato Franci ci ha lasciati martedì 10 Gennaio.
Le parole che meglio lo ridipingono ai nostri occhi: l’anima e la forza del Dipartimento di Studi Linguistici Orientali della Facoltà di Lettere e Filosofia di Bologna. Lo si vedeva girare tra gli scaffali della biblioteca sempre in cerca di un volume da ri-consultare, consumare. La sua attenzione in realtà era sempre però rivolta agli studenti ricurvi sui banchi, impegnati nello studio, spesso arduo, delle materie a lui tanto care. Teneva a mente il viso di ogni studente passato tra i corridoi del Dipartimento, e in un qualche modo speciale, sapeva riconoscerne le attitudini, le mancanze e le potenzialità.
Classe 1933, il prof. Franci era esempio di un mondo colto e profondo capace di aprirsi all’Oriente, alle sue domande, alla sua sensibilità.
Grazie alla sua passione e alla costanza nell’insegnamento, è stato capace di trasmettere l’amore per la cultura indiana a molti suoi allievi. Per questo ne conserviamo un vivo ricordo.
A lungo durerà il mio viaggio
e lunga è la via da percorrere.
Uscii sul mio carro ai primi albori
del giorno, e proseguii il mio viaggio
attraverso i deserti del mondo
e lasciai la mia traccia
su molte stelle e pianeti.
Sono le vie più remote
che portano più vicino a te stesso;
è con lo studio più arduo che si ottiene
la semplicità d’una melodia.
Il viandante deve bussare
a molte porte straniere
per arrivare alla sua,
e bisogna viaggiare
per tutti i mondi esteriori
per giungere infine al sacrario
più segreto all’interno del cuore.
I miei occhi vagarono lontano
prima che li chiudessi dicendo:
“Eccoti!”
Il grido e la domanda: “Dove?”
si sciolgono nelle lacrime
di mille fiumi
e inondano il mondo con la certezza: “Io sono!”
Tagore,
XII, Gitanjali