Da molti anni, ormai, ASIA Educazione è attiva non solo all’nterno del Dojo, ma anche nelle scuole. Abbiamo raccolto per voi il racconto di alcune delle attività che insegnanti ed educatori della nostra associazione hanno proposto a bambini e ragazzi, aiutandoli non solo a scoprire le discipline orientali, ma pure qualità preziose come l’ascolto, la fiducia in sé, la pazienza.
Alla fine è arrivato: l’anno fatidico delle scuole superiori, quello che culminerà con l’esame di Stato – l’ex “esame di maturità”. Per quanto i nostri ragazzi abbiano studiato e si siano preparati, si tratta sempre di un’incognita il cui pensiero, per loro, risulta inevitabilmente spiacevole, quando non diventa causa di ansie sempre più difficili da gestire. Ansie che, in realtà, sono fastidiose compagne di scuola anche dei più giovani, ben prima che raggiungano la quinta classe.
A meno che… a meno che qualcuno non li aiuti a trovare in loro stessi non solo la forza di affrontare con sicurezza (e magari un pizzico di curiosità) la Grande Prova, ma pure la capacità di mantenere a lungo la concentrazione, di ascoltare le proprie paure senza sentirsene soverchiati, di accogliere con consapevolezza e animo sereno questa irripetibile occasione di crescita.
Ad ASIA praticano da decenni alcuni insegnanti che prestano servizio in licei e istituti di secondo grado delle provincie e delle città di Modena e Bologna. Grazie ai loro sforzi e al supporto del Gruppo ASIA Educazione, che hanno fondato insieme agli educatori di ASIA, da anni propongono nelle loro scuole progetti ad hoc, condotti personalmente o con la collaborazione dei nostri educatori. Corsi che permettono agli alunni di tenere efficacemente a bada ansie e paure – ma non solo.
Presso il liceo “Augusto Righi” di Bologna, sotto l’egida della dirigente Patrizia Calanchini Monti, la professoressa Roberta Galli e l’educatrice Angela Bonfadini hanno condotto otto lezioni extracurricolari a classi aperte: un gruppo eterogeneo di ragazzi, dai quattordici ai diciannove anni, hanno imparato a gestire ansia e stress attraverso un protocollo integrato, che prevedeva educativi di Aikido, consapevolezza nella respirazione e diverse attività teatrali, volte a ricreare occasioni di tensione a cui i giovani partecipanti, di volta in volta, facevano fronte in modo sempre più centrato. L’introduzione dei test di Ki e l’utilizzo del bokken, la tipica spada giapponese in legno, hanno contribuito a svelare ai ragazzi la determinazione che già li abitava, ma che fino a quel momento aveva avuto difficoltà a dispiegarsi. “L’entusiasmo fra i ragazzi è stato tale – racconta l’insegnante – che alcuni di loro hanno deciso di intraprendere la pratica dell’Aikido”.
Il corso svolto al “Righi” offriva, comunque, un’occasione ben più ghiotta, che i ragazzi hanno dimostrato di saper riconoscere: imparare a cogliere l’equilibrio fra ciò che andrebbe fatto e quello che ognuno di loro è in grado di sopportare, apprezzando tale equilibrio e valorizzandolo; questo ulteriore traguardo, importante ben oltre la prospettiva dell’esame, è stato possibile grazie all’accortezza con la quale le conduttrici del corso hanno saputo collegare le diverse attività proposte con la quotidianità dei ragazzi, con le loro domande e i loro interessi, secondo uno dei criteri espressi nel Manifesto educativo di ASIA Educazione.
Anche al Liceo “Muratori – San Carlo” di Modena si è puntato in alto. L’insegnante che ha condotto il corso, Alessandra Ielli – tra i fondatori del Gruppo ASIA Educazione e autrice di due volumi che raccontano alcuni dei suoi laboratori filosofici per la scuola – ha proposto a una classe pilota sessioni di Hatha yoga secondo il metodo seguito e insegnato ad ASIA.
Molte sono state le sorprese, anche per la stessa professoressa Ielli: in particolare, l’ha meravigliata lo spirito di iniziativa e di collaborazione con cui i giovani partecipanti si sono attivati per rendere operativo il progetto. “Avevamo a disposizione una grande aula ben riscaldata, – racconta la docente, – ma doveva essere ogni volta liberata dai banchi. Le lezioni iniziavano alle 13,30 e, dopo un’ora di pausa per il pranzo, la sala veniva preparata dai ragazzi stessi. Spesso arrivavo e trovavano tutto già pronto!”.
La dedizione degli alunni durante il corso – che, iniziato a febbraio, avrebbe dovuto interrompersi dopo due mesi, e che invece è proseguito fino alla fine dell’anno scolastico – è stata direttamente proporzionale al giovamento che hanno tratto dallo yoga e dai momenti di condivisione che concludevano ogni incontro: “Credo che questi dialoghi siano stati importanti, perché rispondevano a un bisogno di appartenenza che sempre è più forte nei ragazzi, li educa al senso di gratitudine e li allontana dall’atteggiamento secondo cui tutto è dovuto, aprendoli invece al fatto che niente è scontato”.
Anche in questo caso, obiettivo della pratica non era solo la riduzione dello stress (dal quale pure i ragazzi si dichiaravano oppressi): i partecipanti hanno scoperto anche che la visione del mondo di ognuno dipende dall’esperienza mentale che se ne fa, e che una mente accelerata e un corpo tesi creano fantasmi, alterando il loro senso della realtà. “Durante il corso, – ha dichiarato una ragazza – l’espressione ‘me stessa’ ha acquisito un senso diverso: è diventata finalmente concreta”. Un’altra, tendenzialmente timida e insicura, ha ammesso di aver incontrato difficoltà in alcune posizioni e di aver riconosciuto quel “non sentirsi brava” come una sensazione che accompagnava la sua vita: “In quell’occasione, – ha affermato, – ho molto apprezzato la possibilità di ‘partire da ciò che si è’ come ‘base di appoggio’ “.
Ma i corsi degli insegnanti di ASIA non si rivolgono certo soltanto ai licei. Particolarmente efficace è stata la serie di quindici incontri per ragazzi dai quindici ai diciotto anni realizzato dalla professoressa Marzia Tagliavini presso l’I.T.C. “Rosa Luxemburg” di Bologna. Non solo: la professoressa Tagliavini ha condotto un corso parallelo per gli adulti che lavorano nella sua scuola, corso al quale hanno partecipato tre membri del personale ATA e sette docenti.
“Il filo conduttore degli incontri con gli alunni – racconta la docente – è stato il rapporto mente-corpo, il legame fra la postura e l’atteggiamento mentale, da osservare senza giudizio”. Attraverso esercizi di ascolto di sé, semplici asana dello Hathayoga, esercizi di respirazione, educativi di Ki-Aikido e la pratica con spada e bastone, i ragazzi sono riusciti a migliorare la propria relazione con gli altri e, in alcuni casi, anche il rendimento scolastico. Il corso si è concluso con una lezione di aikido nel Dojo di ASIA.
“Per me è stata una bellissima esperienza, – scrive un partecipante nel questionario consegnato a fine corso. – Ho imparato delle cose interessanti che mi saranno utili per tutta la vita, ma all’inizio non mi aspettavo tutto questo. Intendo che l’ho capito solo quando ho cominciato a praticare nella vita quotidiana”. Una ragazza afferma: “Penso sia un’ottima opportunità per avvicinare i ragazzi ad argomenti e riflessioni non comuni alla nostra età ma che sono fondamentali per conoscere più profondamente se stessi e cercare di essere in empatia con gli altri”. E un’altra: “È stata un’esperienza positiva perché mi ha fatto conoscere cose nuove che penso siano interessanti da approfondire in futuro. Cerco di applicare quello che ho imparato nella vita quotidiana, soprattutto il Ki”. E infine: “A mio parere è un’esperienza che tutti dovrebbero provare, indipendentemente se si è stressati o meno!”.