con Davide Perucatti e Giulia Miani
L’aikido è un’arte marziale orientale adatta a tutte le età, in particolare i corsi per i bambini propongono un lavoro sull’attenzione, sulla disciplina ed educazione del movimento integrandoli con ginnastica, gioco, tecniche di concentrazione ed esercizi di equilibrio.
Fin dalle prime lezioni poche e precise istruzioni faranno sperimentare ai giovani quanto l’unificazione mente-corpo possa dare potenza, calma e decisione. Una disciplina costante del corpo e della mente influisce positivamente anche sulla qualità della vita.
I bambini saranno stimolati attraverso gioco e movimento ad educarsi all’attenzione, alla precisione del gesto e ad una relazione con gli altri senza collisione.
I ragazzi approfondiranno questi aspetti in esercizi e tecniche più mirate alla sperimentazione della potenza che può dare una precisa unità mente-corpo.
Come si struttura una lezione di aikido per bambini?
La lezione comincia sempre con il saluto, momento di silenzio e rispetto, in cui allievi e maestro si preparano ad affrontare un’ora insieme. Il senso della disciplina, che nulla toglie al gioco, comincia da subito e col tempo i bambini cominciano ad apprezzare e a cogliere il significato di questo momento.
Al saluto seguono una serie di esercizi di coordinazione che lavorano sulla corretta postura dello scheletro, sul preciso contatto dei piedi al suolo, sull’aderenza della colonna vertebrale alla gravità. I bambini ‘assaporano’ cosa voglia dire ‘tenere il punto’ (luogo sotto l’ombelico la cui visualizzazione permette una grande stabilità posturale), come si possa correttamente tenere una posizione di equilibrio senza vacillare, come il rilassamento del corpo non corrisponda ad un cedimento bensì ad un potenziamento di tutte le fasce muscolari.
I bambini imparano come una precisa coordinazione del movimento nasca da una precisa attenzione e come sia possibile essere centrati seguendo semplici principi fisici (gravità, rilassamento) e mentali (inviare Ki, tenere il punto). Gli esercizi sono individuali oppure di gruppo e c’è sempre la possibilità di poter fare domande o esprimere ciò che si sente. Questo tipo di lavoro è molto importante: i bambini sono stimolati a partire dalle proprie domande, perciò si tratta sempre di un’esperienza in prima persona. Nulla di ciò che viene insegnato non può essere esperito.
Come questo studio si applica nella relazione con gli altri?
La seconda parte della lezione è dedicata alle tecniche, dove i bambini nel confronto marziale, imparano a relazionarsi in modo non aggressivo, a concludere seguendo il Ki dell’avversario invece di opporsi, a rispettare il ritmo e il respiro del movimento globale. Col tempo apprendono che non c’è bisogno sempre di un’entrata dura o di un colpo forte e che a volte basta uno sguardo preciso, una postura corretta o un movimento centralizzato per ottenere un risultato potente che, nel contempo, non disturbi l’avversario.
Lo studio delle tecniche viene integrato con l’insegnamento delle cadute, fondamentali per le proiezioni in velocità. Un preciso contatto con il suolo (mente e corpo coordinati) al momento dell’impatto evita rovinosi e pericolosi ruzzoloni.
Come l’insegnamento si integra con il gioco?
Durante la lezione il gioco diventa il modo per trasmettere qualcosa di più sottile; in ogni momento teniamo conto della fascia di età a cui ci rivolgiamo. Non è necessario un gioco fisicamente impegnativo, ma qualcosa che catturi l’attenzione dei bambini e la sottometta allo studio della coordinazione mente-corpo. I bambini spesso sono invitati a spiegare ai coetanei tecniche o esercizi dimostrando una precisione ed una qualità di attenzione inaspettati. Durante una lezione anche una corsa può diventare occasione di studio dei principi fondamentali dell’aikido.