Incontro con il filosofo e maestro zen Ueda Shizuteru, il musicista e regista Franco Battiato e il filosofo, maestro di aikido e meditazione Franco Bertossa. Bologna 23 Maggio 2006
Nell’ambito del ciclo di iniziative filosofiche “Oltre il Nichilismo?” il Centro Studi Asia presenta “L’Oriente e il Senso dell’Esistenza”, incontro con il filosofo e maestro zen Ueda Shizuteru, il musicista e regista Franco Battiato e il filosofo, maestro di aikido e meditazione Franco Bertossa.
Martedì 23 Maggio 2006 – dalle 17.45 alle 21.15
Oratorio di San Filippo Neri, Via Manzoni, 5 – Bologna
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Programma
“Il miracolo di esistere”
Franco Bertossa
“Lo zen e la ricerca del vero Sè attraverso le dieci icone del bue”
Ueda Shizuteru
Coffe Break
“Dal disagio giovanile alla ricerca della felicità interiore”
Franco Battiato
Domande dal pubblico
“Sta nascendo una nuova sofferenza, stiamo perdendo il senso… e per questa sofferenza non ci sono ancora parole, non c’è una diagnosi né una cura” Così, Franco Bertossa, ha rotto il silenzio dell’antico oratorio dei Filippini, mettendo in chiaro subito quale fosse il tono e l’obiettivo dell’incontro. Dare una testimonianza, mostrare un esempio, indicare che una speranza di fronte all’eclissarsi di ogni senso c’è ed è praticabile.
A dare forza a questa testimonianza due personaggi di spicco, che hanno mostrato negli anni coerenza e costanza nella ricerca di sé, della propria natura e nell’affrontare a viso aperto il rapporto con il mistero dell’esistenza. Per questo -ma anche per altri indubbi talenti- hanno raccolto consensi e popolarità, ognuno nel suo ambito.
Da un lato Ueda Shizuteru, maestro zen, professore emerito e filosofo (titolo al quale affiancare in questo caso l’aggettivo “giapponese” sminuirebbe la portata mondiale dell’uomo più che accrescerne il valore, e inoltre metterebbe in dubbio l’universalità del pensiero filosofico che ben sappiamo non essere appannaggio esclusivo dell’Europa o dell’Occidente). Dall’altro Franco Battiato, musicista, cantante, regista, fotografo, artista a tutto tondo, da oltre 30 anni sulla scena con uno stile cangiante ma inconfondibile.
Il prof. Ueda ha parlato a lungo, introducendo con parole semplici e con esempi di vita quotidiana, la pratica e la filosofia dello zen attraverso una delle storie più classiche di questa tradizione: la caccia al bue, dove in 10 immagini si raccontano le tappe più significative del cammino verso il compimento della ricerca del sé (cfr. Ueda S., “Zen e Filosofia”, 2006, Epos, trad. italiana di C. Saviani e C. Querci). Dalle prime immagini, in cui disperato il giovane cerca le tracce del bue, le scorge, afferra il bue per le corna, cerca di domarlo, vi sale in groppa e torna a casa contento; alle ultime immagini dove, proprio quando il bue è domato e il sé finalmente trovato (7° quadro), ecco che nell’8° quadro il bue scompare, così come l’uomo che lo stava cercando, per ricomparire solo nel 10° quadro, dove non è più solo ma ha un altro di fronte, è in relazione con l’altro mentre si appresta entrare in città, pronto a dare senza dare, ad “essere se stesso non essendo se stesso”.
Franco Battiato, dal canto suo, sebbene molto riservato e poco incline a parlare in pubblico di questi temi ci ha onorato della sua presenza, intervenendo con poche ma incisive battute che hanno lasciato il segno, messaggi da accogliere e rielaborare, di una profondità e precisione che possono venire solo da un uomo che da anni conduce con rigore la sua personale ricerca spirituale e artistica.
Il dibattito tra i due maestri ospiti di Asia ha visto momenti di grande intensità, soprattutto quando -dopo la memorabile lectio del prof. Ueda- si è dato spazio alle domande del folto pubblico. E’ stato in questo dialogo con i giovani -che affollavano la sala ed ai quali in particolare era rivolto questo incontro perché più esposti e più sensibili a questa nuova sofferenza- che Battiato ha lanciato i suoi strali “metafisici” sentenziando duro: “..la legge metafisica non ammette ignoranza! …se pure ti suicidi per sfuggire all’angoscia e al non senso, non hai risolto niente, anzi aggravi la tua condizione”. Ad altre domande su “…come faccio a sapere che un uomo è davvero un maestro…” il maestro Ueda ci ha tenuto a sottolineare che quando accade che davvero si incontri una persona che può farci da esempio, allora in quel momento non ci sono dubbi, non c’è spazio per il dubbio. Come quando incontri la verità – replicava Battiato. E così via con il dialogo, sotto l’occhio vigile e la moderazione attenta di Franco Bertossa, organizzatore e speaker della serata.
Così dialogando con il pubblico -che per una mezz’ora ha tenuto impegnati i tre protagonisti- si è concluso un evento importante per la città di Bologna e per Asia, che forse ha aperto nuove domande in qualcuno e nuove strade di incontro tra gli uomini.
Il connubio fra i due mondi (filosofia e arte, oriente e occidente, zen e musica) si è dimostrato una scelta vincente perché è riuscito ad avvicinare il pubblico ad un tema difficile e troppo spesso confinato nella aule e nei libri per specialisti. Invece una perplessità e un bisogno di andare a fondo riguardo il senso della propria esistenza tutti gli uomini lo sentono, lo vivono. Non è così?