Vandana Shiva è un personaggio sempre più amato dal pubblico europeo. Invitata in moltissimi convegni anche in Italia, nel 2009 è stata ospite presso l’Aula Magna dell’Università di Bologna e al Festival della Filosofia 2009 di Modena. Famosa per essere un’attivista per l’ambiente e la protezione delle risorse primarie, è balzata alle cronache quando fece il giro del mondo la sua lotta – vinta – contro la privatizzazione dell’acqua del Gange, fiume sacro per gli indiani. Dopo quell’esperienza ha continuato ad impegnarsi nel suo paese d’origine per la salvaguardia dell’ambiente e per la tutela delle fascie più deboli della popolazione indiana.
Riportiamo alcuni passi significativi comparsi sulla stampa italiana di recente:
«Noi possiamo sopravvivere come specie solo se viviamo in accordo alle leggi della biosfera. La biosfera può soddisfare i bisogni di tutti se l’economia globale rispetta i limiti imposti dalla sostenibilità e dalla giustizia. Come ci ha ricordato Gandhi: “La Terra ha abbastanza per i bisogni di tutti, ma non per l’avidità di alcune persone”»
(Vandana Shiva)
Segnaliamo un’interessante articolo di Vandana Shiva apparso su La nuova ecologia, che fa riflettere sugli effetti della globalizzazione usata solo a scopo di profitto.
Vandana Shiva riporta alcuni dati allarmanti:
[…]quando l’agricoltura è controllata dalle aziende, i semi e il cibo diventano in primo luogo prodotti commerciali. I prodotti massimizzano i ricavi, che sono l’obiettivo delle aziende, molto più che non la cura delle terra, delle specie o degli esseri umani. Quando diventa un prodotto, il cibo si dirige verso i luoghi in cui può essere venduto meglio. Ora va a finire addirittura nel motore delle automobili anziché nello stomaco delle persone che hanno fame. Secondo Banca Mondiale, il 75% dell’aumento dei prezzi del cibo dipende proprio dallo spostamento di obiettivo di parte delle attività agricole dal settore alimentare a quello dei biocombustibili. Il restante 25% dipende invece dalle speculazioni di banche e istituti di credito, le stesse che hanno determinato la crisi finanziaria. Se non verranno controllate, queste speculazioni potrebbero portare a una crisi alimentare e a una carestia di proporzioni planetarie.
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