Cosa prova una donna che si trovi a partorire in un ospedale dove non esiste più la tutela del parto fisiologico? Cosa intendiamo oggi con parto “normale”?
Cosa porta la donna a delegare ad altri in modo così totale il proprio parto? Il maggior controllo di cui disponiamo rispetto ai rischi della gravidanza, del parto, del dopo parto, ci ha resi più impreparati, più deboli nell’affrontare l’imprevisto, l’inatteso, quando inesorabilmente arriva?
Nel suo spettacolo teatrale Nati in casa, Giuliana Musso mette a confronto la nascita medicalizzata del giorno d’oggi, nell’ambito della quale la donna va regolarmente in ospedale ed è assistita da figure certo preparate ad ogni evenienza, ma che spesso risultano anche piuttosto invadenti, e il parto di qualche tempo fa (dopotutto non così lontano), in cui l’ostetrica era l’unica persona che stava vicino alla donna, a casa, e le due vivevano insieme questa grande esperienza.
Giuliana Musso, attrice ed autrice teatrale il cui ultimo lavoro è La fabbrica dei preti, dal 2001 firma tutti i testi che porta in scena. In questa intervista parla del suo spettacolo Nati in casa (dal quale sono stati tratti i brani presenti nel video), da lei interpretato e parte di una trilogia che comprende anche Tanti saluti (del quale parla nella seconda parte di questa intervista) e Sex machine.