Le Vacanze dello Stupore sul tema dell’arte, si sono articolate in una serie di incontri (Venezia 1999 – 2000 – 2002, Bologna 2001) il cui obiettivo è stato quello di fornire ai partecipanti una chiave di lettura immediata per capire il linguaggio figurativo e astratto della pittura, dell’architettura antica e moderna, della musica d’ascolto e
strumentale.

Sono stati realizzati laboratori artistici sulla scoperta dei sensi, nello specifico, il laboratorio con l’argilla, dove l’obiettivo non era quello di realizzare oggetti definiti, ma quello di osservare le emozioni emerse dal contatto.

Ai diversi percorsi è seguita una rielaborazione creativa dei concetti appresi.

E’ stata adottata una metodologia nuova che fa leva sulle emozioni: i ragazzi sono guidati, attraverso una lettura personale che partendo dalle proprie emozioni, arriva alla comprensione  storico artistica dell’opera. Lontani quindi da una fruizione passiva o nozionistica, i ragazzi hanno scoperto i mille affascinanti segreti nascosti dietro apparenti ovvietà, e tra Chiese, palazzi, musei, brani musicali e laboratori artistici, sono stati condotti ad osservare quegli aspetti, a volte meno appariscenti, ma che in realtà rappresentano l’essenza dell’arte.

Gli incontri – delle diverse edizioni – hanno rispettato un percorso storico-culturale che ha preso inizio dall’arte medievale ed è proseguito con il rinascimento e il barocco, inoltrandosi nell’arte moderna fino all’incontro con l’arte informale, attraverso le diverse discipline.

Ricordiamo la visita alla Basilica dei S.S. Giovanni e Paolo a Venezia, prestigioso esempio del Medioevo, dove la maestosità degli spazi fa sentire improvvisamente piccoli tutti i visitatori, che partecipano all’iniziativa.
Varcata la soglia della Chiesa ci si rende conto di essere al buio,mentre lo sguardo viene catturato dalla luminosità della vetrata dietro l’abside, nasce così nei ragazzi il desiderio di intraprendere il cammino verso quella luce. Probabilmente anche l’uomo del Medioevo, come noi visitatori di oggi, provava la stessa emozione, trovandosi circondato da questa architettura. Altrettanto simile deve essere stato il richiamo verso la luce – da molte culture da sempre considerata metafora del divino – che ci si para davanti.

 Proseguendo il percorso ritroviamo anche in pittura il richiamo al divino, in un’opera dello stesso periodo, Incoronazione della Vergine del pittore Catarino.
Il dipinto, che si trova alla fondazione Querini-Stampalia di Venezia, ha il fondo color oro e i personaggi rappresentati sono solo figure sacre.

Il richiamo al divino è evidente anche nella musica del Medioevo, che i ragazzi hanno potuto apprezzare ascoltando il canto Gregoriano, dove la sola presenza di voci maschili attua un crescendo destinato all’alto evocando così il divino.

Continuiamo il nostro percorso storico-artistico inoltrandoci nel periodo Rinascimentale e Barocco, iniziamo visitando la Chiesa di Santa Maria dei Miracoli a Venezia, che per struttura, forma e dimensioni rappresenta un’inversione della visione medievale, tutto è a misura d’uomo, la luce è uniformemente diffusa e le forme architettoniche sono morbide ottenute con l’utilizzo di marmi policromi. Nel Rinascimento l’uomo è al centro dello spazio e si pone in relazione a ciò che lo circonda in prima persona, non più come passivo osservatore ma con atteggiamento dubbioso e indagante, che si riversa anche nella musica, ascoltando infatti, celebri brani musicali rinascimentali notiamo l’uso di strumenti musicali e l’introduzione di voci femminili che erano completamente assenti nel periodo medievale; di tali innovazioni se ne ritroveranno gli echi anche in alcuni autori di secoli successivi, come Giuseppe Verdi con il Requiem Dies irae e con l’Orfeo ed Euridice di C. W. Gluck.

I ragazzi si sperimenteranno successivamente in un laboratorio musicale, utilizzando lo strumentario orff (metodologia messa a punto da Carl Orff). Si da così la possibilità ai ragazzi di sperimentare il linguaggio musicale medievale, rinascimentale e barocco, così la musica diventa un mezzo per esprimere se stessi.

Il percorso continua con il “laboratorio dell’argilla”, questo laboratorio si prefigge di osservare le proprie emozioni attraverso il contatto tattile con l’argilla, è un modo semplice ma efficace di fare  esperienza con la materia, va ricordato che gli artisti hanno un rapporto molto fisico con i materiali con cui realizzano le loro opere – ci basti pensare a Michelangelo –  spesso il senso del tatto passa in secondo piano rispetto alla vista e all’udito, ma in realtà ha un ruolo molto importante sulla nostra sfera cognitiva. Per comprendere meglio il ruolo che ricopre il tatto nell’esperienza  quotidiana, i ragazzi si dispongono comodamente seduti intorno a un tavolo ognuno con una pallina d’argilla, dapprima chiudono gli occhi, in modo da non essere distratti dagli altri sensi, poi entrano in contatto con la materia lasciando che le mani seguano il loro movimento spontaneo. Presto si troveranno a notare che il contatto prolungato con la materia suscita emozioni inaspettate, restando sorpresi nel provare tante emozioni ascoltando un così semplice contatto.

Ogni percorso è arricchito dalla rielaborazione creativa dove i ragazzi possono esprimere ciò che hanno appreso e fatto proprio, rappresentando gli aspetti che maggiormente li hanno colpiti. Tutti i ragazzi hanno “sentito l’arte” con un coinvolgimento tale da far riemergere  le stesse domande che gli  artisti di epoche lontane hanno immortalato nelle loro opere. La lezione finale è stata organizzata dai ragazzi stessi per i loro genitori.

Così opera dopo opera durante le diverse edizioni delle Vacanze dello Stupore dedicate all’arte, abbiamo incontrato molti capolavori, come (ne ricordiamo alcuni): in pittura visitando i Musei dell’Accademia, La Ca’ D’Oro e la fondazione Querini-Stampalia Mantengna con il S. Sebastiano; Lorenzo di Credo con La Vergine e S. Giovannino adoranti il Bambino; Federico Cervelli con due opere Sirinx e Pan e Orfeo e Euridice; Giovanni Bellini con la Pala di San Giobbe; Leonardo da Vinci con uno dei suoi più affascinanti misteri, l’uomo Vitruviano; Giorgione con La Tempesta; Tintoretto con l’Ultima Cena. Nell’edizione del 2001 che si è svolta alla Pinacoteca Nazionale di Bologna abbiamo incontrato la pittura di Guido Reni con il Sansone Vittorioso. Per quanto riguarda il percorso nell’arte moderna, abbiamo visitato il Museo Peggy Guggenheim di Venezia dove entriamo in contatto con la pittura di René Magritte con La voce dell’aria 1931; e alcune opere della mostra di Jackson Pollock ospitata al Museo Correr della stessa città, tra cui l’opera Sentieri Ondulati. Con l’arte moderna e contemporanea cambia nella rappresentazione, ma non nel suo significato originario infatti, essa continua ancora a raccontare l’essenza propria dell’uomo. L’opera di Magritte e Pollock non rappresentano in fondo la condizione dell’uomo d’oggi?

Il modo nuovo di esprimere l’esperienza umana si riversa anche in musica (i brani citati sono stati scelti per i laboratori musicali) con Igor Stravinskij nella Sagra della Primavera e John Cage con la sua più famosa provocazione in fatto di musica, un brano fatto di silenzio. Porsi in ascolto di questo non-brano intitolato 4 minuti e 33’, senza note ma denso di presenza, fa emergere la nostra musica interna: il ritmo del respiro, il battito del cuore, il rincorrersi di pensieri e sensazioni.

In queste occasioni i ragazzi hanno appreso che le diverse discipline artistiche non sono altro che le diverse manifestazioni di un’unica voce che conduce l’uomo verso la ricerca di sé stesso.

Le insegnanti che hanno condotto gli incontri: Silvia Gramigna, Francesca Seri, Maria Rapagnetta