Ho già descritto come sensibilizzarvi alla principale forza con cui abbiamo a che fare, la gravità, e come creare buone fondamenta educando i piedi.
Ora occorre sensibilizzare un altro punto del piede: il polpastrello dell’alluce.

Ponete i piedi paralleli.

Ora sollevate i talloni cercando di non agitare le dita dei piedi: esse devono restare incollate al suolo mentre i talloni sono sollevati. Imparate a restare un minuto sugli avampiedi senza che nessun polpastrello si sollevi neppure di un millimetro, anzi, mettendo molta calma in essi. Poi lentamente riadagiate i talloni, ma senza precipitarvi di colpo. Imparate a sollevare i talloni incanalando bene la direzione della gravità nello scheletro: dai piedi, attraverso le tibie, i femori, il bacino, la pila delle vertebre, su fino alla sommità del cranio. È il già descritto esercizio della trota.

Se ogni giorno praticherete questo semplice esercizio, sentirete nuovi canali aprirsi e le giunture cominceranno a sbloccarsi in tutto il corpo. Perché sia più efficace introduco un nuovo e fondamentale fattore: il bacino.
Immaginatelo letteralmente come una bacinella colma d’acqua fino al bordo: se viene inclinata, l’acqua esce. Per sensibilizzarvi, stando in piedi muovete il bacino in modo da rovesciare dapprima l’acqua davanti ai piedi e, in seguito, dietro ai talloni. Tra questi due punti estremi, trovate il punto dell’orizzontalità perfetta, ossia là dove l’acqua verrebbe contenuta perfettamente.

Ora provate a sollevarvi sugli avampiedi mantenendo il bacino orizzontale e curando l’allineamento col flusso di gravità. Riappoggiando i talloni, ripartite il peso totale del vostro corpo sui piedi, in modo che su ciascuno dei tre punti del piede si scarichi un sesto del peso corporeo. Se conservate questa ripartizione e l’allineamento di tutto lo scheletro con la gravità, potrete farvi spingere di lato senza che riescano facilmente a rovesciarvi.

Ecco che appare il KI. Un praticante esperto può farsi spingere da molte persone senza farsi rovesciare. Ricordate che nella ricerca del KI si capisce col corpo; perciò PRATICATE!
Non illudetevi di aver capito senza aver usato adeguatamente il corpo.