Perché è così urgente, per noi, porci domande sugli animali e su cosa ci distingue da loro? Forse perché vogliamo definire noi stessi per contrasto?
Ai microfoni di ASIA Modena, Felice Cimatti, filosofo e conduttore (tra i conduttori!) di Fahrenheit, spiega come l’irrequietezza e la noia – che non appartiene all’animale ma certamente all’uomo – siano una brutta notizia per il pianeta terra: la nostra vita non ci basta mai, ci riempiamo di oggetti e usiamo la terra come fosse una schiava per produrli.
Non siamo cattivi: solo intrinsecamente irrequieti.

Come se ne esce? Diventando un gatto…

Felice Cimatti insegna Filosofia della mente e della comunicazione all’Università della Calabria. È uno dei conduttori del programma radiofonico di attualità culturale Fahrenheit, in onda su RaiRadio3. Collabora con le pagine culturali de Il manifesto, con l’inserto Tuttoscienze del quotidiano La Stampa e con la Rivista di Psicoanalisi.
Ha dedicato particolari studi alla mente, al linguaggio e al pensiero animali, e ha affrontato da quel versante la questione della natura umana e del linguaggio, parte integrante della sua biologia e sua vera e propria nicchia evolutiva. Tra i suoi libri ricordiamo La scimmia che si parla. Linguaggio, autocoscienza e libertà nell’animale umano (Bollati Boringheri); La mente silenziosa. Come pensano gli animali non umani (Editori Riuniti); Mente e linguaggio negli animali (Carrocci); Il possibile e il reale. Il sacro dopo la morte di Dio (Codice); Filosofia dell’animalità (Laterza); A come Animale: voci per un bestiario dei sentimenti (con Leonardo Caffo, Bompiani); recentemente ha scritto anche un romanzo ispirato alla condizione animale, Senza colpa (Marcos y Marcos).

 

Intervista: Roberto Ferrari
Montaggio: Silvano Bertossa
Riprese: Silvana Buzzi