Jack Szostak è uno dei più importanti scienziati al momento attivi nella ricerca sull’origine della vita. Biologo di origine canadese, insegna genetica alla Harward Medical School e fa parte del gruppo della Università di Harward “The Origins Researcher”.  Ha ricevuto nel 2009 il premio Nobel per la Medicina e la Fisiologia.

Il problema dell’origine della vita è spesso posto, anche in campo scientifico,  nei termini di “è nato prima l’uovo o la gallina?”, essendo l’ “uovo” il DNA (la molecola che conserva le informazioni per sintetizzare proteine) e la “gallina” le membrane cellulari e le proteine (molecole capaci di formare enzimi, ovvero sostanze attive che trasformano altre molecole attraverso reazioni biochimiche complesse). Il dilemma nasce dal fatto che le informazioni sul DNA sono essenziali per formare le strutture cellulari, e che le strutture sono essenziali per sintetizzare DNA e immagazzinare le informazioni… allora, chi è nato prima?

Nell’intervista che vi proponiamo, Szostak presenta l’ipotesi che la vita sia nata grazie a una molecola multifunzione simile al DNA denominata RNA. Questa molecole, ben conosciuta da molto tempo ai biologi, sarebbe capace sia di fungere da “uovo” che da “gallina”:può infatti formare “ribozimi”, molecole di RNA capaci sia di conservare informazione genetica e trasmetterla alla discendenza, sia di catalizzare reazioni come gli enzimi composti da proteine.

Si tratta di un’ipotesi che ha subito diverse critiche, perché i ribozimi hanno proprietà enzimatiche molto limitate, e soprattutto  non sono in grado di replicare se stessi. Inoltre da diversi anni si sta cercando di sintetizzare RNA e ribozimi in condizioni pre-biotiche (con solo composti chimici, senza partire da molecole biologiche) e non ci si è ancora riusciti; si è riusciti, per ora, solo a assemblare brevi catene di RNA grazie a particolari argille che erano molto diffuse sulla terra miliardi di anni fa, ma sempre partendo da precursori artificiali. Con i precursori naturali il compito sembra assai più complesso, come afferma Szostak nell’intervista.

Semplificando: se tutto nasce dal RNA, come nasce l’RNA?

Rispondendo alle nostre domande, il Premio Nobel offre risposte in termini rigorosamente evolutivi alla questione sulla comparsa, come caratteristica essenziale della vita, dell’esperienza del sentire, che Szostak intende come percezione attraverso meccanismi di rilevamento degli stimoli ambientali. E commenta la teoria dell’auto-poeisi di Francisco Varela, a cui lavora da anni lo scienziato italiano Pierluigi Luisi.

Jack Szostack sostiene che l’enigma dell’origine della vita vada affrontato con ricerche empiriche che arrivino a ricreare la vita in laboratorio, dimostrando che questi processi possono essere avvenuti spontaneamente in natura.

Una riflessione conclusiva: se alcune “singolarità” iniziali all’origine della vita (stutture biologiche, processi biochimici, esperienza del sentire, capacità di auto-organizzazione) non sono ancora giustificate da studi empirici, ci ritroviamo in una situazione che ricorda quella di altri “trascendentali” (condizioni di possibilità iniziali, fatti senza giustificazioni a monte) come il principio antropico in cosmologia. In questo campo, tuttavia, sembra non vi sia alcuna possibilità di spiegare per via empirica le costanti fisiche che permettono l’esistenza dell’universo e della vita, in quanto sono le stesse costanti che sarebbero imprescindibili ad ogni spiegazione; per questo si tratta di temi che restano al confine tra scienza e filosofia e possono generare interessanti riflessioni e dibattiti.

Intervista e traduzione: Roberto Ferrari
Riprese: Jacopo Colonna
Sottotitoli: Marzia Tagliavini