Sabato 8 marzo 2014 è stata inaugurata presso A.S.I.A. Modena la mostra Il chiaro e l’oscuro, personale di Riccardo Cavallini, allievo dal 2000 di Franco Bertossa e artista figurativo le cui opere la nostra Associazione ha già avuto la fortuna di apprezzare. Riportiamo alcune considerazioni, a proposito dei dipinti di Cavallini, di Maria Rapagnetta, conduttrice degli appuntamenti di Incontrarsi nell’Arte.

Davanti ai ritratti e ai paesaggi urbani di Riccardo Cavallini ci si sente richiamati come di fronte a uno specchio capace di mostrare realtà svelata e realtà velata, atmosfere sospese, cariche d’inquietudine e stupore. I colori prevalentemente freddi e decisi rendono la visione quotidiana dei luoghi distaccati e irreali, seppur riconoscibili, ma la realtà del conosciuto si espande in una dimensione altra che tende a superare l’oggettività del mondo, creando piuttosto uno scenario dove il rappresentato si singolarizza.

Le opere scelte per la mostra di ASIA Modena sono forti, stridenti e poetiche allo stesso tempo; dall’osservazione dei soggetti ritratti emerge la profonda elaborazione interiore che l’artista compie a ogni pennellata. Il procedere è intenso, lo sguardo viene sapientemente condotto sui punti focali della tela proprio lì dove la leggibilità apparente si sottrae, conducendoci così sul filo sottile della sconosciutezza. Il lavoro di Cavallini è teso proprio all’esplorazione di questo confine, dove la realtà smette di presentarsi come scontata e normale, invitando così l’osservatore a soffermarsi e a non sfuggire il dubbio su cosa è veramente ciò che chiamiamo “reale”.

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 … per il mio lavoro ho avuto una vita felice. Un po’ difficile. È difficile esprimere o dipingere quello che si sente. È una gran lotta. So, però, che sarebbe una tortura se non lo mettessi sulla tela. Non mi sento mai libero, c’è sempre questa spinta che mi conduce. Quando un dipinto è finito sono soddisfatto, ma per poco, ecco di nuovo la pressione. E va sempre così.                                                                                                                                Piet Mondrian