Incontrare l'invisibile nel visibile
Il tema scelto per i prossimi incontri, Incontrare l'invisibile nel visibile,
vuole essere una linea guida che ci condurrà a scoprire l'opera d'arte in modo non scontato. Ogni opera racchiude in sé qualcosa che non è immediatamente riconoscibile, per essere notato e compreso diventa importante calarsi in una dimensione di "ascolto".
Gli incontri sono aperti a tutti coloro che vogliono "incontrare" l'opera d'arte in modo coinvolgente, lasciando emergere il sentire che ogni opera racchiude, per poi attraverso l'analisi storico artistica, comprenderne il significato.
«L'arte non deve rappresentare il visibile, ma rendere visibile l'invisibile».
Paul Klee
DAL PROSSIMO MESE DI LUGLIO SARA' DISPONIBILE
IL NUOVO CALENDARIO 2012/2013
incontri rivolti a tutti
Vi preghiamo di confermare l'adesione con una settimana di anticipo, alla:
Segreteria di ASIA - Tel 051.22.55.88
oppure direttamente all'insegnante Maria Rapagnetta, al 329.97.20.882
Incontri svolti
sabato 12 maggio 2012
L’incontro di sabato 12 maggio è stato dedicato alla mostra Joaquín Sorolla: giardini di luce presso Palazzo Diamanti di Ferrara.
L’opera scelta per l’ascolto è stata Saltando la corda 1907, dove l’artista ritrae la figlia Elena che gioca saltando alla corda nel giardino di palazzo Granja de San Ildefonso durante il periodo delle vacanze estive.
In questa tela si rintracciano tutti i temi che poi Joaquín Sorolla svilupperà durante gli anni successivi fino ad arrivare alle selezionate, suggestive e silenziose vedute del giardino della sua casa – studio di Madrid. Si può già notare come l’artista studia la luce e i suoi effetti. Infatti, la luce attraverso il fogliame amplia lo spazio, crea il gioco di riflessi nell’acqua, fa vibrare il colore rendendo squillante i toni della tavolozza facendo così aumentare la profondità all’interno dello spazio pittorico.
L’opera risulta, leggera, emerge un senso di apertura e spazio infiniti, il gioco del salto della corda è fatto seguendo la circolarità del laghetto, creando così uno strano girotondo di figure che corrono e saltano. Soffermandosi più a lungo si può notare che la regolarità del ritmo – date dalle figure delle bambine che giocano – è interrotta dalla figura in primo piano, che proietta a terra una strana ombra che evidenzia la sospensione del corpo della figlia Elena mentre compie il salto. L’artista coglie il variare del dato fenomenico di tutta la scena che gli si presenta davanti, rilevando anche ciò che risulta dissonante, realizzando nell’insieme una composizione di grande virtuosismo pittorico.
giovedì 5 aprile 2012
Nella ricorrenza del centenario della nascita Luciano Minguzzi, la Fondazione del Monte dedica all’artista di origine bolognese, una retrospettiva curata da Michela Scolaro.
L’incontro si è svolto a partire dall’ascolto dell’opera Cane tra le canne del 1964, in questa scultura Minguzzi plasma il movimento del cane e ciò che lo circonda rievocando una dimensione arcaica dell’essere che si misura con il mondo circostante.
L’opera composta di elementi naturali, essenziali, potenzialmente neutri ma nell’incontro creano tensione e lotta, il cane non vuole restare intrappolato, il canneto non esprime la volontà di trattenere, semplicemente mantiene la sua struttura, diventando gabbia.
La grande forza che quest’opera mette in campo suggerisce metaforicamente il “gioco della vita”, fatto d’incontro e scontro tra forza del destino e volontà individuale. La riflessione sul senso del destino ha costituito per Luciano Minguzzi un importante punto fermo del suo operare creativo, se ne possono rintracciare gli sviluppi in molteplici delle sue opere, a partire dagli Uomini del Lager (1957) alle più recenti Parche (1982).
sabato 3 marzo 2012
Nell'ambito della mostra Balla / Ambron. Gli anni Venti tra Roma e Cotorniano, l'opera di Giacomo Balla Giardino con cipresso è stata fulcro dell'ascolto nell'incontro del 3 marzo.
Il dipinto che stilisticamente si colloca in un periodo, quello tra il 1923/'25, in cui Balla mostra già una riflessione su quelle che diventeranno le potenzialità di un nuovo e diverso linguaggio espressivo - rispetto alla prima fase del periodo futurista - che ritroveremo nell'ultima parte della sua esperienza artistica.
Balla ci regala un'inaspettata composizione di cui protagonista assoluto è il cipresso. La sua monumentale architettura disegna con la sua verticalità l'ideale unione tra terra e cielo, in un simbolico intreccio di significati arcaici a una più diretta rappresentazione di sé, tutto reso evidente da una tavolozza essenziale e da una struttura materica priva di disegno.
sabato 15 ottobre 2011
L'incontro del 15 ottobre è stato dedicato all'artista contemporaneo Nicola Nannini. L'opera scelta per l'esperienza di ascolto è stata House n. 4 realizzata nel 2007, esposta presso Palazzo Fava, Palazzo delle Esposizioni a Bologna; il quadro fa parte della collezione dei dipinti della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna.
La tela si presenta particolarmente interessante, per lo studio che l'artista compie rispetto agli aspetti del "visibile", combinando sapientemente dettagli con l'assenza parziale di forme, elementi concettuali a profondi stati d'animo. Tutto costruito intorno ad un delicato equilibrio, fatto di immediatezza narrativa, all'interno del quale si cela con altrettanta evidenza una narrazione oltre l'apparenza. L'osservatore viene
pian piano condotto verso il cuore di questa complessità, dove si svela il meno evidente.
sabato 3 dicembre 2011
visita dedicata ad Alexandre Hollan
Bologna, Museo Morandi
L'incontro del 3 dicembre è stato dedicato all'artista contemporaneo Alexandre Hollan,
in mostra presso il Museo Morandi. Le opere dell'artista di origine ungherese resteranno
esposte fino al 5 febbraio 2012.
L'opera scelta per l'incontro è stata Vie silencieuse (versione 2) 2007, questo acquerello è parte di una serie di studi che Hollan ha dedicato al suo tema principale, ovvero nature morte che lui definisce Vite silenziose.
L'artista indica Giorgio Morandi come suo maestro, dalla quale opera continua a trarre ispirazione, elabora e segue comunque un suo percorso, differenziandosi nell'uso del colore e nel tipo di rappresentazione, ma sicuramente accomunati dall'intendimento più profondo del "guardare" le cose del mondo.
Hollan propone una riflessione serrata, tra luce e colore da cui nasce la forma, i suoi acquerelli sono campi di colore che dialogano con le superfici degli oggetti accostati tra loro, sembrano fondersi ma allo stesso tempo continuano a mantenere una propria identità, tutto si rivela dentro un'attesa tranquilla e dilatata, che cerca di fondersi con l'infinito, attraverso il colore.
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