“Solo una società
attenta ai bisogni
dei più piccoli
è una società viva,
vitale, che può ancora sperare
e credere di avere un futuro.”
(Vittorino Andreoli)

BOLOGNA – Martedì 13 ottobre Frédérick Leboyer ha tenuto una lezione a Bologna per il corso di yoga prenatale presso ASIA.

Conosciuto in tutto il mondo dal 1973 quando scrisse Per una nascita senza violenza, Leboyer, di passaggio da Bologna, ha generosamente accettato di rispondere alle numerose domande delle donne in gravidanza presenti.

Come rapportarsi con la paura rispetto al parto? Leboyer ha fatto notare come non sempre la paura è associata a un reale pericolo. C’è la paura di quando si fa una cosa per la prima volta, la paura che non accada qualcosa a cui teniamo molto… Quindi la paura rispetto al parto non è sempre da temere o da cercare di evitare, spesso significa che ci teniamo, che è importante.

Leboyer - Per una nascita senza violenzaAlcune domande erano rivolte al luogo del parto, al rapporto con chi assiste la donna nel parto e fa nascere il bambino. Leboyer ha ricordato che ci sono varie cose che nessuno può fare al nostro posto e una di queste è proprio partorire. È la donna che partorisce, non è chi l’assiste che la fa partorire, così come è il bambino che nasce e non sono nè il medico nè l’ostetrica che lo fanno nascere. La condizione migliore per la donna durante il travaglio è potersi raccogliere in se stessa, non essere disturbata, occorre silenzio, rispetto. Il parto è un rito di cui bisogna avere rispetto. Solo in queste condizioni la donna potrà partorire serenamente. Se altre persone la guardano il rito viene interrotto e la donna probabilmente avrà difficoltà a partorire. Così anche per il bambino: occorrono silenzio, luci basse, gesti lenti, senza fretta. Purtroppo l’ospedale raramente consente queste condizioni, per questo i parti in ospedale sono spesso difficili. Non è più la donna a partorire, ma viene fatta partorire; non è più il bambino a nascere, ma viene fatto nascere.

Qual è il ruolo della presenza del padre durante il travaglio e il parto?
Leboyer ha ripetuto che la donna non deve avere qualcuno che la osserva, deve poter restare in se stessa. Il marito può essere presente, ma deve rispettare il bisogno di raccoglimento della donna e lasciarla sola. Questo può essere un problema se il marito si sente in qualche modo escluso. Già dal quinto-sesto mese di gravidanza alcuni mariti sentono che la donna cambia, non è più completamente solo per loro, qualcuno addirittura diventa geloso pensando ad un amante. In realtà l’amante è il bambino. Dal quinto mese in poi effettivamente la donna ha un cambiamento; comincia a sentire sempre più chiaramente il bambino e sopraggiungono sensazioni molto intense che non possono ovviamente essere vissute e comprese appieno dal compagno. Alcuni padri comprendono, altri hanno maggiori difficoltà e chiedono alla donna l’attenzione di prima. Anche durante il parto possono esserci momenti in cui il padre vorrebbe essere più partecipe, ma è importante comprendere quanto sia necessario che la donna resti in se stessa senza venire distratta.
Frédérick Leboyer ha anche spiegato l’importanza del legame madre-figlio nel dopo parto. Il neonato si aspetta amore, calore, latte, carezze. Questo è soprattutto il ruolo della madre. Ciò non significa che il padre non abbia un ruolo, ma è un ruolo che diventa estremamente importante più avanti. Il bambino riceve dalla madre amore e dal padre educazione al rispetto. Ha ribadito l’importanza di due ruoli differenti e entrambi importanti per l’educazione del bambino. Ha anche fatto notare come troppo spesso ultimamente si richiede all’uomo di prendersi cura del bambino esattamente come fa la donna e questo crea nel piccolo una doppia figura di madre mentre manca sempre più il ruolo del padre che insegna ad avere rispetto di chi ha più esperienza di vita.

D’altra parte anche il ruolo di madre è a rischio oggigiorno: la donna deve o desidera tornare molto presto al lavoro, soprattutto se ha incarichi di responsabilità e tutto ciò la distoglie dal bambino e la relazione fra i due diventa difficile.
Frédérick Leboyer ha poi dato consigli su come assumere al meglio in gravidanza la postura seduta a gambe incrociate sullo zafu (cuscino da meditazione giapponese). La schiena non deve essere rigida, le spalle rilassate, la testa leggermente flessa in avanti. Da questa posizione ha introdotto alcuni esercizi di canto carnatico, un canto tradizionale del Sud India, che lui ha adattato alle donne in gravidanza e che lui pratica e insegna da molti anni. L’emissione dei suoni (m-a-e-o-i-u-m) è intercalata da una pausa dove l’aria entra spontaneamente; questo pausa alla fine della espirazione prepara la donna a cogliere quel momento di sospensione che sempre c’è fra una contrazione e l’altra, durante il travaglio.

Il canto praticato in gravidanza permette inoltre di incanalare l’energia del travaglio, che altrimenti potrebbe sfociare in un urlo di rifiuto, educandola, dandole ordine, consentendo alla donna di restare raccolta anche in quei momenti estremi che la trasformeranno.

Frédèrick Leboyer è autore di numerosi libri, alcuni di difficile reperibilità in Italia. Una bibliografia essenziale è proposta di seguito (i libri senza anno e casa editrice sono probabilmente fuori catalogo, ndr.):

Per una nascita senza violenza, prima ediz. 1973, (2000), Bompiani
Shantala
(1996), Sonzogno
Natività
Dalla luce il bambino
L’arte del respiro
Occhio per occhio
Diario di una nascita
L’arte di partorire
(2008), Red Edizioni
Nascita
Il rito della nascita. DVD, (2005), Red Edizioni

di Beatrice Benfenati
Centro Studi ASIA